lunedì 10 gennaio 2011

Perche' Marchionne non Gioca alla tedesca!! E l'Italia deve stare attenta!

Fatico a capire a quale modello faccia riferimento Marchionne per restituire competitivita' alle produzioni Italiane.
Ragionandoci un attimo.... (ammetto di non essere un esperto e non ho certo a disposizione tutti i numeri per giudicare, se sbaglio correggetemi).
Dunque...immagino che il gap in termini di costo del lavoro con i Paesi emergenti/low cost sia comunque importante e non sono i 10 minuti di pausa in piu' o in meno che risolvono la cosa.
Poi, se è vero in Polonia un operaio produce come 5 dei nostri dobbiamo concludere che in Italia non vanno gli impianti o le infrastrutture (e non bastera' un sacrosanto recupero di qualche punto % di assenteismo per essere competitivi).
E' poi possibile pensare di essere competitivi in Italia con produzioni di Auto a basso valore (mentre quelle ad alto valore verrebbero prodotte in USA, si dice)?

A voler ben vedere il modello a cui guardare dovrebbe essere quello TEDESCO, che dicono basarsi anche sulla compartecipazione del sindacato e dei dipendenti agli obiettivi (e anche agli utili o sacrifici) dell'azienda.

Ma FIAT non sembra proprio disponibile a concessioni in quella direzione, anzi quando si chiedono dettagli sugli investimenti la risposta e' stizzita: "possiamo andare altrove ad investire dove non chiedono dettagli...". Perche'?

Il modello tedesco della compartecipazione finisce per legare molto un'Azienda ad un Paese ed alle sue maestranze. La VW, la Mercedes, la BMW sono e si sentono aziende Tedesche (o bavaresi addirittura) e in quanto tali vengono supportate dal loro Paese, dipendenti e cittadini. Fra l'altro questo modello porta con se una maggiore motivazione e lealta' dei dipendenti, requisito importante per la produttivita' che mal si ottiene solo con una gestione autoritaria. E la politica del Paese le supporta con una politiche industriali adeguate (e' un dare/avere). Daltro canto in Germania un'eventuale spostamento di produzione o riduzione di personale deve essere discusso e giustificato col Paese ed i sindacati, i quali chiedono di discutere le strategie e "cosa si possa fare altrimenti". In quel Paese non si accetterebbe di ritrovarsi dopo anni con fabbriche obsolete ed improduttive, per cui si chiede conto degli investimenti. Pena rinuncia a sussidi e collaborazione del Paese (ipotesi che immagino non venga nemmeno presa in considerazione).
Domanda: perche' alla FIAT non piace questo modello?

Beh e' stato piu' o meno detto: La FIAT vuole avere le mani libere. Non vuole "sentirsi" Italiana, pensa che non gli convenga! Non per nulla ha anche rifiutato di insistere per altri incentivi sulla rottamazione.
E' un peccato che Marchionne non ci dica il perche' (sarebbe forse piu' istruttivo ed utile per il Paese, molto più che la discussione sul contratto nazionale), ma si possono fare ipotesi:

  1. La FIAT non crede nel Paese, per i suoi sindacati che sono ideologici, non collaborativi (anche se la FIAT non mi sembra che si sia dimostrata aperta a concessioni di compartecipazione in ogni caso).
  2. La FIAT non crede nel Paese, perchè non ci sono validi ed affidabili interlocutori politici, non c'è politica industriale (possiamo dargli torto?)
  3. Ha promesso a Obama e gli USA che FIAT-Chrysler non sarebbe stata un azienda "ITALIANA". (molto probabile).

Io credo molto alle ultime 2 e soprattutto alla terza. Si noti che:

  • gli accordi per Chrysler prevedono guarda caso punti strategici come "la produzione di motori", "aggiornamento degli impianti" ed il "trasferimento di tecnologie" negli USA. (evidentemente in USA di strategie la FIAT discute...)
  • mentre FIAT sale al 25% in Chrysler, i restanti 63.5% sono detenuti dai SINDACATI AMERICANI, il 9.2% dal TESORO USA e il 2.3% dal GOVERNO CANADESE. Tutti interlocutori ben titolati quindi per discutere di strategie, ben più dello Stato Italiano e dei nostri sindacati!!
  • NOTA: come al solito noi cadiamo dalle nuvole scoprendo che gli altri sono sempre più dirigisti, mentre noi dissertiamo di liberismo assoluto.

Quale che sia la verità, visto che non vuole svelare il suo gioco, sta a noi italiani, al Governo (che latita), ai giornalisti, ai sindacati andare a fondo ed ottenere risposte. Altrimenti possiamo concedere tutto quello che vogliamo, ma se non saremo competitivi (economicamente) e forti politicamente, scopriremo fra qualche anno che Mirafiori e Pomigliano verrano chiuse comunque!! E la FIAT sarà sempre meno un'AZIENDA ITALIANA (magari sempre più AMERICANA).

lunedì 3 gennaio 2011

La FIAT e quello che dovrebbe fare un Governo Serio...

Circa la vicenda FIAT ed il contratto di Pomigliano e Mirafiori, i nostri mezzi d'informazione si sono dimostrati supeficiali come al solito.
E noi Italiani come al solito capaci di schierarci immediatamente in opposte tifoserie senza chiedere maggiori informazioni o dettagli (pro-contro Marchionne).
Il solito insomma.

Qual'era il tema del contendere? Le pause (10 minuti in meno per altro pagati)? Il contatto nazionale? L'escusione della FIOM?

Bene, sono temi importanti e da discutere, ma io vorrei sapere anche: sono stati mostrati dati che dicono che 1 operaio in Polonia produce come 5 operai in Italia, e' vero?
Se cosi' e' non sono certo i 10 minuti di pause che possono risolvere il problema!
Come si e' arrivati a questo punto? Forse la gestione non funziona?
Forse impianti italiani sono obsoleti e non sono stati rinnovati in questi anni?
Vuol dire che a fronte di incentivi, cassa integrazione, etc... la FIAT ha investito in impianti nuovi all'estero e lasciato invecchiare le fabbriche italiane?

DI QUESTO TIPO DI COSE UN GOVERNO SERIO DOVREBBE ANCHE OCCUPARSI.

Ed in prospettiva futura:

  • Possiamo fare chiarezza sui piani di investimento futuri in Italia?
  • A quanto ammontano gli investimenti futuri in Italia? Ci sono i 20 miliardi annunciati per Fabbrica Italia? Oppure era una bufala?
Giornalisti, informateci grazie!